Da oltre 50 anni sempre sulla cresta dell’onda. Parliamo del Ritual Club, locale incastonato tra le rocce granitiche di Baja Sardinia e icona dell’intrattenimento e dell’hospitality della Costa Smeralda. Passano le mode, ma il Club concepito dall’architetto parmense Andres Fiore nel 1970, e già meta del jet set internazionale, le sue piste erano frequentate da Margaret d'Inghilterra, la sorella della regina Elisabetta, dall'armatore Stavros Niarchos, uno degli uomini più ricchi del mondo, Aristotele Onassis e Jacqueline Kennedy, Carolina di Monaco, continua a essere uno dei locali della Sardegna più apprezzati dal pubblico italiano e internazionale.
Merito di un insieme di fattori unici, a partire dall’incanto della location, la cui architettura dalle forme sinuose e fluide, ispirata alle civiltà nuragiche, sembra sorgere spontaneamente dalla roccia e dalla vegetazione circostante, intrecciandosi e amalgamandosi con l’ambiente. Per continuare con il format: tra le prime discoteche d’Italia, il Ritual è stato anche tra i primi a proporre nei suoi tre diversi ambienti, un giardino, la grotta e le terrazze, musica suonata da dj non più confinati all’interno di guardiole isolate, ma veri showman alla consolle, al centro delle piste a diretto contatto con gli ospiti.
Le tre anime del locale
Un format che ha saputo evolversi sotto la guida di Francesca Fiore, che nel 2024, appena ventiduenne, ha raccolto l’eredità del padre Andres, scomparso l’anno prima, non limitandosi a valorizzare la storia del luogo, ma interpretando le nuove tendenze e promuovendo un nuovo concept che coniuga intrattenimento, mixology e ristorazione, le tre anime che oggi contraddistinguono il locale.
L’intrattenimento notturno è, ovviamente, l’anima più antica e originaria del Club, ma anche questa profondamente innovata. Per la programmazione artistica delle due piste, il Temple, una grotta naturale che ospita un’artistica combinazione di ferro e granito, e il Garden, un suggestivo spazio all’aperto, si è puntato su una scelta musicale personalizzata: ad animare le serate è infatti un mix musicale esclusivo e unico, perché prodotto in casa dai Dj del club con un alternarsi di brani e musica studiati per divenire una trasfigurazione sonora della meraviglia visiva suscitata dalla location.
Si punta sulla mixology
Da sempre tempio dell’intrattenimento, il locale lo è diventato anche dell’ospitalità, puntando forte su ristorazione e miscelazione. Nel 2019 è stato inaugurato Le Terrazze del Ritual, il rooftop restaurant e mixology bar voluto da Francesca e che sorge in cima alla struttura del club, dove il padre aveva realizzato un avveniristico giardino pensile. Un'altra location suggestiva immersa nel paesaggio, adornata da una miriade di tasselli colorati e con i pavimenti artistici, che ricorda nel risultato finale il Parque Güell, il “parco artistico", con giardini ed elementi architettonici progettato da Antoni Gaudí a Barcellona.
Con il mixology bar, che si aggiunge ai tre bar presenti nel club, l’offerta di miscelazione, da sempre presente, ha fatto un ulteriore salto di qualità. Più ricercata, con largo uso di ingredienti homemade e tecniche di lavorazione all’avanguardia, la proposta de Le Terrazze, curata dal food & beverage manager Marco Pisellini, in coordinamento con il direttore Tiziano Rossi, comprende cocktail per l’aperitivo e l’after dinner.
La drink list è ispirata dall’idea del viaggio e della contaminazione tra culture, in un mix tra racconto del territorio e internazionalità. L’ampia offerta, con oltre 25 diversi drink, pensata per cercare di accontentare ogni tipologia di palato, si caratterizza per la spinta innovativa che, pur senza abbandonare la tradizione, guarda a proposte audaci e d’autore. Un esempio è Pink is Punk, drink a base di Tequila Patrón Silver, con una parte sour bilanciata di agave, lime e la freschezza estiva data dalla soda al cocomero e guarnito con borchie di gel di sale nero, o come Chupacapra, dove la nota vanigliata di tequila Casamico Blanco si sposa con la complessità aromatica del rosoluo di bergamotto Italicus, completato da uno spicy cordial fatto con jalapeño verde, succo e zest di lime e pompelmo rosa. E ancora, T-elery che nasce da una combinazione di sapori freschi e prorompenti, portati dal cordiale al sedano abbinato al succo di mela acidificato, che si aggiungono alla base di Tanqueray Ten e alla nota di dolcezza di Italicus.
Cucina mediterranea con approccio cosmopolita
Una combinazione di tradizione, nazionale e regionale, e modernità, con un approccio cosmopolita, caratterizza anche il menu del ristorante Le Terrazze, da quest’anno guidato dallo chef ligure Alessandro Cabona. Una cucina lineare, fresca, estiva, dove a prevalere sono i piatti di pesce, di provenienza locale, ma dove più in generale si fa grande uso di frutta, verdura, erbe aromatiche per creare nuovi accostamenti in grado, però, di evocare sensazioni familiari.
Un esempio è Giardino di mare, rivisitazione dell’insalata di mare, dove l’avocado si sposa con pesci cotti a bassa temperatura e altri saltati più sapidi, con la nota fresca del cedro candito. Sempre tra gli antipasti, un altro esempio è l’Orata e mango, un carpaccio con leggera marmellatura che è una rivisitazione del ceviche, con una parte acida costituita dal mango e sopra un nido di finocchi e peperoncino candito. O ancora, tra i primi, il Risotto Scampi e pesca bianca.