Ancora l’arte a ispirare la miscelazione. Accade al Nightjar di Londra, tra i più rinomati cocktail bar del mondo, aperto nel 2010 e dall’anno successivo saldamente presente nella lista dei World’s 50 Best Bars, che ha presentato la nuova drink list ispirata al movimento Arts & Crafts.
È questo un movimento artistico, precursore dell’Art Deco, che fiorì in Europa e nel Nord America tra il 1880 e il 1920, che predicava la riforma delle arti applicate, ovvero delle forme d’arte che vanno dalla progettazione alla decorazione di oggetti funzionali per renderli esteticamente gradevoli, esaltando il valore del lavoro artigianale in opposizione al forte processo industrializzazione che caratterizzava il periodo.
Da questa filosofia, in particolare per ciò che riguarda l’attenzione alla decorazione, hanno tratto spunto Antonio Pescatori (nella foto in apertura), presente al Nightjar dal 2012, del quale è stato anche bar manager e di recente nominato head bartender, e il suo team per mettere a punto il nuovo menu.
Menu che, come da filosofia del locale, è composto da grandi classici riscoperti e reinterpretati in modo originale e da una collezione di signature del locale. La carta è suddivisa in quattro sezioni che coprono la storia della miscelazione: Pre-Prohibition: 1600-1918, Prohibition: 1918 – 1932, Post-War: 1940 – 2000 e Nightjar Signatures. Ogni cocktail è ispirato alla tradizionale ricetta tratta dagli storici libri pubblicati nel periodo di appartenenza del drink, e tutti sono realizzati con una estrema attenzione al dettaglio e serviti in bicchieri o contenitori modellati e decorati dalla squadra di Nightjar.
Ad esempio, tra i cocktail che troviamo in carta c’è Honeymoon, ispirato alla ricetta presente in Recipes for mixed drinks di Hugo Ensslin, pubblicato nel 1916, preparato con Glenfiddich 12yo whisky, liquore di frutto proibito homemade (pomelo di agrumi, sherry e vermouth dry), idromele al carciofo, infuso di rosa bulgara, Cynar, idromele, succo di limone fresco, Myrrh absinthe bitters. Un cocktail dal profilo fresco, complesso, aspro e floreale, decorato con un trifoglio e servito in un quaich, la tradizionale tazza celtica: il cocktail richiama infatti il rituale del matrimonio celtico, dove i futuri sposi condividono un sorso di whiskey versato nella tazza tenendola insieme nelle mani.
O, ancora, Olivette, ispirato a una ricetta tratta da Harry’s Abc of mixing cocktails di Harry Macelhone, del 1925, preparato con Ketel One Vodka, Rinomato Aperitivo, Apricot beer, Prosecco, Buchu leaf liqueur, oliva di Kalamata in salamoia. Un drink in stile Spritz, dai sapori e aromi mediterranei presentato con un gnocchi ripieni di pomodoro essiccato e polvere d'oliva.
O, per fare un ultimo esempio, Fandango, tratto da Cocktail de Paris di Georges Gabriel Themon, del 1929, fatto con brandy Ysabel Regina, Avuá Amburana Cachaça, Porto, Scherry Amontillado, Madeira e Amarguinha Liqueur. Un cocktail leggero, pieno di ingredienti spagnoli, portoghesi e brasiliani, guarnito con un cracker tostato con crema di baccalà, peperoni dolci, servito in una tazza delicatamente dipinta.