Per la nuova drink list, The Doping Bar di Milano, presso l’albergo Aethos in Piazza XIV Maggio, guarda in alto. Il bar manager Nicola Romiti firma un menu ispirato al Sistema solare, riportando nelle ricette il suo trascorso di successo, con l’utilizzo di frutta e ingredienti vegetali, e avvalendosi del suo team per una lista d’impatto sia grafico che sensoriale.
Le sensazioni, a proposito, sono state la molla principale. Come spiega Romiti, alla guida del Doping Bar dalla fine del 2023, «Il concetto del menu è di per sé ampio, ci ha permesso di dare grande sfogo alla fantasia. Siamo partiti da quello che conoscevamo, quindi i colori e gli stati della materia di ciascun pianeta (liquido, solido, gassoso), e da lì ci siamo lasciati trasportare dalle nostre sensazioni: abbiamo testato tutto ciò che pensavamo potesse avere senso, sperimentando con colori e forme, per realizzare dei cocktail che potessero rappresentare i vari corpi celesti sotto vari aspetti».
Come succede per Earth, il drink dedicato al pianeta Terra, che richiama sentori marini, agrumati, freschi, con Ketel One, Mamarita, cetriolo, mela verde, agrumi salati, nepetella, timo e spirulina. Oppure Mars, omaggio all’affascinante e sempre più vicino Marte, al contrario avvolgente, terroso, muscolare con Codigo, Mezcal Vida, frutti rossi, barbabietola, carota viola, yogurt. Quattordici i drink in carta, di cui due analcolici, mentre non sono segnalati i classici, che sono comunque sempre disponibili.
Torna, dopo un periodo di pausa, anche la proposta di pizza dell’adiacente Dirty Gym, che va ad affiancarsi al menu food già disponibile e che spazia dalle fritture alla carne arrosto.
Stile indelebile
La ricerca nella miscelazione non ha impedito di mantenere lo stile tipico del Doping, bar eclettico ed eccentrico per definizione sin dall’apertura, con gli interni della hall che hanno negli anni raccolto le più svariate tipologie di oggettistica, sia d’antiquariato che contemporanea, in larga parte in vendita per gli ospiti.
Prosegue Romiti, «la drink list rimane in qualche modo intrecciata con il linguaggio particolare del Doping, se ne percepisce lo stile. Solo per fare un esempio, il menu è composto di cartoncini che segnalano la distanza tra la Terra e il pianeta o la stella oggetto del drink, è composto da cinque fogli per cui gli ospiti interagiscono, se li scambiano». Per ultimare sia la grafica che le ricette, la squadra del Doping Bar ha lavorato tre mesi e mezzo.
Un passo in avanti per i progetti del Doping Bar, che Romiti descrive con chiarezza: «Sarà quasi scontato, ma vogliamo crescere. Non soltanto, però, come attrazione verso l’ospite; piuttosto vogliamo permettere alla nostra squadra di interagire sempre più spesso con il resto della bar industry, consolidare la rete e girare il più possibile portando il giro il nostro nome».