Tecnologia e sapore: il nuovo menu del Kink di Berlino

Kink
Dal primo ottobre, otto cocktail in versione long e short. Enorme spazio alla sperimentazione in laboratorio, con ingredienti selezionati e l’obiettivo di “rimettere in gioco i sapori più conosciuti”

Dal 2020, quando le nubi di tempi incerti erano nel loro pieno, il Kink di Berlino porta avanti la propria missione di “abbattere pareti”, come si legge nella loro pagina online. Realizzato in una vecchia birreria del diciannovesimo secolo, in piena Prenzlauer Berg, Kink gode della guida di Oliver Mansaray e Daniel Scheppan, amici d’infanzia che al bar sono arrivati dopo carriere in ristorazione, ingegneria, design: una combinazione esplosiva che si conferma nel nuovo menu, disponibile dal primo ottobre.

Drink in doppio formato

Già diventato uno dei capisaldi della proposta liquida, si mantiene il doppio formato dei drink disponibili in carta, long e short, e un approccio alla miscelazione di chiaro stampo gastronomico.

Ciascuno degli otto cocktail proposti (più quattro analcolici) è quindi in menu in due versioni: una “corta”, più concentrata e intensa, e una “lunga”, più beverina e leggerina. Complessi e perché no controversi gli ingredienti inclusi, forti delle preparazioni che derivano dalla cucina in odore di Michelin del ristorante annesso: si vedono così barbabietola da zucchero, mais, shiso, peperoncino e già in passato era presente addirittura del curry, in un drink divenuto iconico come il Lucky Flaeming.

Sperimentazione e tecnologia

Il laboratorio a vista si conferma arteria vitale del Kink, dove si alternano processi di trasformazione e cottura come fermentazione, sous-vide, crio-concentrazione, infusione, distillazione, in buona parte governate dal pionieristico sistema di Algorithmic Pairing, una combinazione di risposte da intelligenza artificiale seleziona i sentori e gli aromi che meglio si sposano a livello molecolare. Si arriva così al cognac Hennessy lavorato al burro nocciola e all’Eminente 7yo infuso alla pesca, combinati con tè Earl Grey per il Paris, Pennsylvania che nella versione long vede l’aggiunta di una soda alla pesca fatta in casa. Naked Lunch è invece una miscela di Maker’s Mark Bourbon ridistillato con arachidi, banana e sciroppo d’acero, già corposo e avvolgente di suo, che, se allungato con una soda al pandano, sprigiona ulteriori note di fiore, vaniglia, caramello. Bank Exchange, è un twist sul Pisco Punch che combina Pisco La Caravedo Torontel con ananas, lampone e porto, che nella versione lunga viene sostituito da un kefir alla foglia di fico.

Una chiara «dimostrazione dei nostri sforzi nel lavorare con ingredienti particolari», raccontano i fondatori Oliver Mansaray e Daniel Scheppan, «per trasformarli tramite sperimentazione e tecnologia. È un menu che ha come obiettivo il rimettere in gioco sapori familiari, già conosciuti, per un’esperienza che sia stimolante e al tempo stesso eccellente».

A ridosso del Berlin Bar Convent, Kink ospiterà inoltre la prima tappa europea del Barstars festival, che vedrà dodici dei migliori bartender dell’Asia alternarsi al bancone, in un evento sponsorizzato da The Orientalist Spirits.

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