Non sono ancora dieci anni – li compiranno il prossimo anno – ma ogni occasione è buona per festeggiare per i ragazzi del Jerry Thomas Project di Roma. Una festa dedicata gli amici di sempre: «Tutti coloro che in questi anni hanno accompagnato e sostenuto il nostro progetto», dicono.
E se il “Jerry”, come lo chiamano gli amici, è il più famoso secret bar della capitale, non poteva non esserci quest’aura di segretezza anche nella loro festa. Non in vicolo Cellini, dove ha sede lo speakeasy, bensì in un circolo culturale semi-nascosto pochi passi più in là, che i terribili ragazzi hanno ri-arredato per l’occasione, fra mobilio anni Venti, gli immancabili rimandi al Proibizionismo e pannelli sui quali erano appesi abiti d’epoca, incluso qualche richiamo alla più recente avventura messicana del gruppo, impegnato anche con il fortunato progetto dell’Agaveria La Punta.
Non potevano mancare, inoltre, sprazzi rossi qua e là, che rendevano evidente anche la presenza di Campari, con gli immancabili drink che la rappresentano, Negroni in testa. Campari ha collaborato anche alla realizzazione dell’app che è stata lanciata dai ragazzi del Jerry Thomas e che era già pienamente operativa, nonché necessaria per ottenere la parola d’ordine per accedere alla festa (altro elemento immancabile del Jerry Thomas). «Scaricandola, si possono visionare i nostri cocktail, con le fotografie e le ricette, ci sono i video-tutorial realizzati di recente, ci sono le masterclass e tutte le altre iniziative che facciamo e poi naturalmente ci sono i contatti per prenotare e la password per entrare al Jerry Thomas Speakeasy», spiega Alessandro Procoli.
A proposito di masterclass, parte della serata è stata dedicata a David Wondrich, lo storiografo del cocktail di fama mondiale, che ha presentato in esclusiva nazionale l’edizione in italiano del suo libro Imbibe, con tanto di lunghissimo firma-copie. E non è un caso che la presentazione sia avvenuta proprio grazie a un’iniziativa dei ragazzi del “Jerry”, dal momento che Imbibe è un’opera dedicata a The Professor Jerry Thomas (Sackets Harbor, 1830 – New York, 15 dicembre 1885) pioniere della miscelazione che, secondo Wondrich, ha avuto il grande merito di aver catalogato i cocktail a metà Ottocento, suddividendoli nelle categorie che sono tuttora utilizzate dai bartender.
Per chi avesse bisogno di un riepilogo, il progetto Jerry Thomas nasce a Roma nell’autunno 2009 a opera di Antonio Parlapiano, Roberto Artusio e Leonardo Leuci, ai quali si affiancherà in seguito Alessandro Procoli. I tre mettono su il primo speakeasy italiano ispirato all’epoca del Proibizionismo, con tanto di decalogo delle regole e di parola d’ordine all’ingresso, che cambia frequentemente ed è ispirata alla storia dei cocktail. Da tempo sono impegnati con una loro scuola di formazione e hanno contribuito al rinascimento culturale del buon bere nella capitale e non solo. Da lassù “The Professor” Jerry Thomas non può che essere orgoglioso, dal momento che quello a lui intitolato è l’unico locale italiano incluso per ben cinque volte nella World’s 50 Best Bars, la classifica dei migliori bar del mondo, che nell’ultima release ha collocato lo speakeasy capitolino al 33° posto.
Last but not least, in questi nove anni di attività, i quattro soci hanno allargato il loro progetto non solo alla scuola, ma anche all’Emporio, dove vendono tutto ciò che può far comodo a un bartender, nonché al loro laboratorio creativo, nato cinque anni fa insieme alla distilleria Quaglia: il Vermouth del Professore, primo di una lunga serie di prodotti firmati Jerry Thomas Project, cui è seguita una linea di vermouth, classico, rosso e vaniglia; un bitter; un aperitivo e due etichette di gin.