«Sono emozionato, perché l’ultima volta che ho presentato i miei prodotti a un pubblico di addetti ai lavori il giorno dopo è iniziato il primo lockdown». A parlare è Giuseppe Librizzi, siciliano di Paternò, classe 1984, che dagli odori e sapori della sua terra è voluto ripartire per cancellare a colpi di agrumi gli ultimi due anni bui che abbiamo vissuto.
È a Roma, davanti al bancone del Blind Pig, per presentare la sua linea Etnatwist, che si compone di un gin, un vermut, un bitter, un aperitif e, ultima nata, una tonica. «Il nostro obiettivo era poterci preparare un Americano, un Negroni e un Gin&Tonic ai piedi dell’Etna», racconta Librizzi, che in verità è partito dal mondo degli amari, con il progetto Amaro Amara, nato per valorizzare l’arancia rossa siciliana. Nel frattempo ha lavorato con Velier, nel 2018 ha venduto le sue quote, si è appassionato al gin e, dopo aver seguito da vicino la parabola di Gin Mare, ha deciso di invitare un noto master distiller inglese – di cui non vuol rivelare il nome – a visitare le pendici dell’Etna per fare foraging insieme. Una passeggiata per individuare quelle che sarebbero diventate le botaniche dell’Etneum Volcanic Premium Gin, nato nel 2019.
È stata anche l’occasione per trovare lo spunto giusto per il logo dell’etichetta: una volpe. Nella passeggiata infatti i due incontrano una volpe e l’ospite d’oltremanica, abituato alla tipica caccia alla volpe inglese, resta stupito del fatto che questo animale selvatico si avvicini all’uomo così tanto, fino ad accettare il cibo dalle sue mani. Firmata dall’illustratore Gianluca Cannizzo (@mypostersucks su Instagram), l’etichetta presenta appunto il volto di una volpe in campo neutro.
Il gin Etneum, viene confezionato a 62° nel Regno Unito, ha un’impronta da London dry e botaniche che vengono spedite direttamente dall’Italia. Poi il composto arriva in Sicilia, dove viene rinvenuto e portato a 42°. Tre le componenti chiave di questo gin: floreale, che proviene tutta dall’Etna (violetta selvatica, rosa canina che troviamo ai piedi dei vecchi vigneti, zagare d’arancio), agrumata, sempre dalla Sicilia (bergamotto e limone a buccia gialla), e speziata, data dal ginepro che è solo in parte siciliano, dell’Etna, perché questo secondo Librizzi, «è troppo pungente e viene quindi mixato con quello umbro-toscano che è più morbido, poi aggiungiamo anche cardamomo, eucalipto per la balsamicità e sambuco per l’intensità».
Librizzi che ha anche una microcantina da 7-8000 bottiglie sempre ai piedi dell’Etna, che produce prevalentemente Nerello Mascalese, nel periodo di lockdown ha iniziato a lavorare sul vermouth, anche per dare nuova vita a quella parte di vino che inevitabilmente resta fermo in cantina. Sulla base prevalentemente di Nerello mascalese, aggiunge chiodi di garofano, camomilla, scorza d’arancia, artemisia.
A questo si aggiungono i due bitter, bianco e rosso. «Per avvicinare il mercato estero, il bitter dell’Etna è stato ribattezzato Etna Aperitif, dal momento che è una specie di vermouth bianco, che richiama il vecchio Biancosarti. Piace molto soprattutto ai francesi, abituati a questo tipo di bevuta», racconta Librizzi. Il Etna Bitter, rosso, è invece in stile Milano, qui torna la scorza d’arancia da cui tutto era partito e il fiore, la zagara. Il risultato è un Americano estremamente ingentilito dalla nota agrumata.
Ultima della scuderia Etnatwist, una tonica dal nome divertente: Fotonica. È prodotto senza zucchero (ha il sucralosio in sostituzione), la cui etichetta è sempre disegnata da Gianluca Cannizzo, con note mediterranee di limone, cedro, timo e rosmarino. Librizzi e la sua intera linea Etnatwist saranno di nuovo nella Capitale, per partecipare al Roma Bar Show il 30 e 31 maggio, dove saranno nella sezione aziende artigianali.
Le ricette Etnatwist
Volcanic Negroni
Ingredienti:
30 ml Etna Bitter, 30 ml Etneum Gin, 30 ml Etna Vermut
Prepazione:
build
Decorazione:
fetta di arancia
Bicchiere:
tumbler basso
Volcanic Spritz
Ingredienti:
60 ml Etna Aperitif, 90 ml spumante, soda
Preparazione:
build
Decorazione:
1/2 fetta di arancia
Bicchiere:
calice