Volare: il bar anni Sessanta nel cuore di Bologna

Volare
Giuseppe Montanaro, Fabio Tiberio e Giuseppe Doria i fondatori di Volare
I mitici anni Sessanta rivivono nel nuovo locale, dall’arredo alla mixology incentrata su proposte semplici dove il distillato torna a essere il grande protagonista

Gli anni Sessanta sono stati gli anni del boom economico. Gli anni in cui l’Italia diventava simbolo della “dolce vita”. La 500 era l’auto simbolo della ripresa economica, l’intrattenimento entrava nelle case della gente e lo sport regalava sfide tra campioni che ancora oggi sono leggenda. Domenico Modugno cantava la voglia di libertà e gli italiani tornavano a sognare dopo decenni bui. Proprio con questo spirito oggi a Bologna nasce Volare, il cocktail bar ispirato a quel decennio d’oro.

Il nome stesso, Volare, è il manifesto del locale nato dall’intuizione di Fabio Tiberio, Giuseppe Montanaro e Giuseppe Doria. Un luogo in cui la lancetta dell’orologio torna indietro nel tempo e ci si ritrova immersi in un vero e proprio bar di quegli anni, come ci spiega Doria. «Tutto è nato da una fantasia che ci raccontavamo. Aprire un bar che fosse in tutto e per tutto il bar di paese degli anni '60, quelli che in provincia ancora trovavamo nella nostra infanzia – spiega il cofondatore -. Con la pandemia e le sue conseguenze, invece di abbatterci abbiamo deciso di reagire. E l’idea del bar è diventata la metafora della nostra voglia di ripartire e non farci sconfiggere dagli eventi. Gli anni Sessanta sono stati gli anni del dopo guerra, gli anni del boom economico. E noi oggi con questo bar vogliamo esprimere l’idea di speranza, la voglia di ripartire dopo questo biennio, ricominciando dalle nostre origini. Uno spazio di socializzazione vero, in cui ritrovarsi e stare bene».

Un vero bar anni Sessanta

Volare si trova nel centro di Bologna, zona Mercato delle Erbe, uno degli spazi simbolo della vita notturna cittadina. L’arredamento gioca un ruolo primario in questa condivisione di emozioni e sensazioni. Volare, infatti, è un vero bar anni Sessanta, in cui gli arredamenti non sono riproduzioni edulcorate e cinematografiche di quegli anni, ma veri pezzi dell’epoca.

«Un esempio è la nostra macchina del caffè – racconta Doria – una Faema 61 originale. Una tecnologia che è stata una rivoluzione nel mondo della caffetteria. E quando abbiamo iniziato ad arredare il locale abbiamo voluto averla assolutamente. Ci siamo dovuti adeguare e studiarne il funzionamento ma l’immersione diventa così autentica anche nei sapori».

Con lo stesso principio i tre soci invece di comprare un bancone nuovo hanno recuperato la struttura già presente nel locale, che risaliva a un bar degli anni Sessanta. Alle pareti invece sono state installate delle perline dal colore legno, proprio come i bar dell’epoca.

Miscelazione minimale: protagonista è il distillato

Una fedeltà che però trova nel bicchiere la sua massima espressione. Dalla bottigliera alla miscelazione. Volare vuole trasmettere un’altra cultura della bevuta, fedele all’epoca cui si ispira. Cocktail semplici, dove il protagonista torna a essere il distillato, abbinato e miscelato ma senza comprometterne le qualità intrinseche. Il drink diventa così un canale di promozione del distillato stesso. Come in Semplice, drink a base brandy orange servito con limone, tonica e 2 dash di orange bitter.

«Vogliamo recuperare i gusti di quegli anni. Negli anni Sessanta la miscelazione era minimale e la bottigliera era il fulcro della proposta. Da Volare utilizziamo bottiglie che in molti bar sono lì senza un apparente motivo, come il Biancosarti. Un alcolico che tutti abbiamo visto almeno una volta dentro i locali bar ma del quale non conosciamo il sapore – racconta Doria -. Noi lo abbiamo preso e reso uno dei protagonisti del nostro aperitivo. Anche perché l’aperitivo è un vero e proprio culto italiano che abbiamo esportato in tutto il mondo, ma che negli anni si è appiattito in due, tre proposte»

Ad accompagnare i miscelati pre-cena Volare propone un aperitivo tanto semplice quanto tematizzato, con uova soda e mortadella artigianale.

Il recupero del rosolio

La bottigliera di Volare si integra poi con una ricetta che Giuseppe e i soci hanno voluto riportare in auge, il rosolio. «Il rosolio è una di quelle bevute che si è un po’ persa e che abbiamo deciso di recuperare – spiega -. Mantenendo la morbidezza del gusto, abbiamo abbassato la quota zuccherina. Per riuscirci abbiamo sfruttato la dolcezza della vaniglia, che diventa co-protagonista con la rosa. Lo zucchero così è al 5% per un 25% di alcol, rendendo il rosolio dolce ma non stucchevole».

Ancora una volta una ricetta studiata, ricercata ma semplice. «Vogliamo creare una proposta drink semplice, facilmente riproducibile. Abbiamo l’ambizione di riportare la bevuta ai suoi primordi, fatta di un distillato di qualità esaltato nella giusta cornice».

Una democratizzazione dei cocktail quella di Volare, per una bevuta che diventa non il fine ma il mezzo di un momento di socialità. Ogni martedì, infatti, Volare ospiterà barman sia bolognesi che del panorama nazionale, per condividere con i colleghi del settore non solo il proprio spazio, ma anche esperienze e voglia di divertirsi. Ultimo in ordine di tempo Julian Biondi, ospite a inizio novembre, mentre il prossimo appuntamento in programma, il 16 novembre, vedrà come special guest i ragazzi di Donkey.

La ricetta

Semplice

Ingredienti:
6 cl brandy orange, 2 dash orange bitter, top di tonica
Preparazione:
build
Guarnizione:
fetta di limone
Bicchiere:
tumbler alto

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