Un’azienda vitivinicola piemontese specializzata in bollicine che, accanto a vini e spumanti, produce aperitivi e cocktail, energy drink e drink analcolici. È la carta d’identità di 958 Santero, un gruppo vinicolo con al timone la famiglia Santero, che ha sede a Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, nel cuore dell’area che, più di un secolo e mezzo fa, ha dato i natali al primo spumante d’Italia e che nel 2014, prima tra le zone vitivinicole di pregio italiane, l’Unesco ha riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità.
La notizia degli ultimi giorni è che proprio 958 Santero, che ha in gamma anche l’Asti Spumante, ora punta su un altro vino aromatico dolce: il Brachetto d’Acqui, una delle tipologie enologiche più storiche del Piemonte, che si fregia della docg, la denominazione d’origine controllata e garantita, il più alto grado di riconoscibilità per un vino italiano.
Un vino che piace ai giovani
Spiega Gianfranco Santero, presidente di 958 Santero: «Il Brachetto d’Acqui è una pregiata e storica docg piemontese ottenuta da un vitigno, il brachetto, a bacca rossa, autoctono e italiano al 100%, tipico di un’area ben precisa tra Astigiano Acquese, al centro di quella zona del Sud Piemonte che è conosciuta come le colline dei vitigni aromatici. Abbiamo scelto di produrre il nostro Brachetto d’Acqui perché rispecchia le nostre radici e anche perché è un vino che, nonostante la sua lunga storia, ha ancora molto da dire ai giovani dai quali viene apprezzato per il gusto, dolce, ma mai stucchevole, per il colore e per il bouquet».
Da disciplinare il vitigno a bacca rossa brachetto si coltiva solo in 26 Comuni tra Sud Astigiano e la zona dell’Acquese in provincia di Alessandria, in tutto circa mille ettari di vigneti. La produzione annuale si attesta attorno ai 2 milioni di bottiglie per il Barchetto d’Acqui docg che arrivano a circa 3 milioni con il doc. Capitale dell’area è Acqui Terme, città famosa per le antiche fonti termali conosciute anche dagli Antichi Romani, ma culla anche di grandi vini, Brachetto d’Acqui in testa.
Il mercato risponde
Il packaging di 958 Santero Brachetto d’Acqui docg è essenziale: tre colori base: rosso, nero e oro, un’etichetta dalle linee nette e pulite, con la bottiglia iconica dell’azienda per le proprie bollicine.
Secondo 958 Santero già nelle prime settimane di lancio 958 Santero Brachetto d’Acqui avrebbe fornito riscontri positivi. «Siamo fiduciosi che il nostro Brachetto d’Acqui sarà accolto molto bene dalla clientela amante delle novità e delle innovazioni che questo prodotto incarna in modo perfetto» dicono dal quartier generale di Santo Stefano Belbo.
Un vino ancora tutto da apprezzare
La scelta di 958 Santero di investire sul Brachetto d’Acqui docg sembra essere un segnale di fiducia importante e significativo nei confronti di un vino unico nel suo genere, mai abbastanza apprezzato e che, secondo molti osservatori del settore, potrebbe dare ancora molto in termini di valore e volumi e anche di duttilità di produzione e consumi.
Del resto alcuni anni fa il Consorzio di Tutela dei Vini d’Acqui, presidente è il produttore Paolo Ricagno, al di là del Brachetto d’Acqui nella tipologia dolce, “tappo raso” e spumante, aveva promosso la nascita di altri vini da vitigno brachetto: l’Acqui docg Rosé, uno spumante brut, il Rosé “fermo” ispirato alla tradizione italiana e francese dei vini rosati e un sorprendente Acqui rosso fermo. Vini che hanno riscosso un certo interesse sui mercati e che hanno permesso alle aziende della filiera del brachetto di ampliare l’offerta di vini comprendo tutte le richieste dei consumatori.
Intanto 958 Santero Brachetto d’Acqui è già stato protagonista di alcune video ricette realizzate dallo chef Diego Bongiovanni, noto per le sue apparizioni Tv in famose trasmissioni di cucina e gastronomia. Diffusi sui canali social del Gruppo 958 Santero i video hanno già registrato migliaia di visualizzazioni.