Di idee vincenti Antonio Di Lello ne ha avute diverse. Quando è sbarcato a Milano, dopo aver visto un po’ di Europa in veste di maitre d’albergo, ha rilevato un bar in zona Città Studi. Dopo qualche anno ha deciso di rivoltarlo come un calzino, trasformandolo in una birreria alsaziana, proprio in un momento nel quale i locali birrari a tema iniziavano a spopolare.
Convertito alla birra da un incontro con Franco Re, si è buttato a capofitto nel mestiere di publican con risultati eccellenti, considerato che nel suo Au Vieux Strasbourg le birre si spillano sempre a regola d’arte. Sia che ci sia lui, sia che al comando ci sia qualcuno del team che Di Lello ha formato con intelligenza e lungimiranza. Con vendite stratosferiche registrate anno dopo anno, non sorprende che Heineken Italia, con la quale Di Lello ha da sempre un rapporto stretto, consideri questo pub una specie di locale-vetrina e che abbia accettato di collocarvi due tank da 500 litri di Heineken non pastorizzata. Quando uno dei tank si avvicina alla fine se ne riempie un altro e così via, perché la birra non pastorizzata ha una shelf life di appena una settimana. Ergo, se vuoi il tank devi dimostrare di saper vendere, e tanto.
Dalla mattina alla notte
Oltre alla birra, come ogni pub che si rispetti, c’è l’offerta gastronomica che spazia dai panini ai burger, passando per i taglieri e le bruschette, che arrivano spesso di default (e gratuitamente) durante l’orario dell’aperitivo. Fin qui, l’Au Vieux Strasbourg potrebbe anche sembrare un pub come tanti: birra a fiumi, cibo da pub, musica di sottofondo e qualche volta dal vivo, schermi con lo sport in perenne primo piano, orario canonico 18 - 02. Invece, per quanto riguarda l’orario, l’Au Vieux Strasbourg offre uno strano 7 - 02, ovvero apre i battenti di prima mattina e li chiude di notte, allargando la sua offerta al momento della prima colazione.
«Abbiamo sempre avuto questi orari - confessa Di Lello -. Ovviamente restiamo una birreria-pub ma la mattina, per quanto incida relativamente in termini di fatturato, ci permette di fidelizzare una clientela diversa da quella serale, che ci scopre attraverso il cappuccino ma poi magari torna in pausa pranzo o la sera».
In effetti, in termini di numeri, la colazione pesa suppergiù il 3%. Non proprio un risultato eclatante. «No, certo - riprende Di Lello - ma comunque il locale sarebbe operativo lo stesso: è infatti al mattino che riceviamo i fornitori, e che si lavora in cucina per il pranzo». La colazione, insomma, fa da traino per il resto della giornata e, in effetti, a pranzo l’Au Vieux Strasbourg è parecchio affollato, anche perché Di Lello ha potenziato la parte ristorazione, selezionando fornitori eccellenti su salumi e formaggi e introducendo qualche piatto di cucina un po’ più elaborata, come il morbidissimo brasato alla Murphy’s Irish Stout. Di Lello ha rinforzato anche il segmento distillati, aumentando notevolmente le etichette di whisky in carta (soprattutto single malt, circa 70), e ideando appuntamenti per appassionati, in collaborazione con il Milano Whisky Festival.