L’emergenza Coronavirus continua a manifestare i suoi pesanti effetti non solo sul piano sanitario, mettendo in serie difficoltà il sistema economico nazionale e colpendo con particolare intensità soprattutto, ma non solo, i settori dell’ospitalità, enogastronomia e turismo. Effetti negativi dal quale non sono al riparo neanche i maggiori eventi del settore. È fresca la notizia che anche Vinitaly, tra le principali fiere a livello mondiale dedicate al mondo del vino, ha dovuto piegarsi alla situazione di incertezza. La cinquantaquattresima edizione dell’evento, in programma dal 19 al 22 aprile a Verona, è stata infatti rinviata a giugno, con inizio domenica 14 e conclusione il mercoledì 17.
A spingere Veronafiere verso questa decisione, confermata a bargiornale.it in attesa dell’uscita del comunicato ufficiale, il clima di grande incertezza legato alla rapida evoluzione del contagio a livello internazionale, che sta creando difficoltà a tutti gli eventi fieristici in programma, non solo in Italia. A questo si aggiunge la scelta di Paesi come gli Stati Uniti che hanno aumentato i livelli di allerta nei confronti del nostro Paese, sconsigliando i viaggi in Italia a meno che non siano strettamente necessari. Una decisione che di fatto priva l’evento della presenza dei clienti provenienti da un mercato cruciale per le eccellenze vinicole italiane.
Da qui la decisione di spostare tutto di due mesi, una decisione, hanno spiegato da Veronafiere frutto di un’attenta analisi dei dati disponibili oltre che dell’ascolto delle posizioni degli stakeholder del mercato, incluse le principali associazioni di settore: Unione Italiana Vini, Assoenologi, Federvini, Federdoc, Federazione vignaioli indipendenti e Alleanza delle Cooperative settore vitivinicolo.