
Tre "prime volte", una di maggior rilievo dell'altra. Champagne Lallier arriva sul mercato italiano con le sue novità e apre nuovi scenari, prima di tutto nel proprio corso ultracentenario iniziato nel 1906 ad Aÿ, nel pieno centro della regione Grand Cru della Champagne. Al Lubna di Milano dello chef Enrico Croatti, il nuovo spazio multiforme in zona sud che ha visto ospite anche lo chef Peter Brunel dell’omonimo ristorante stellato, lo Chef de Cave Dominique Demarville ha presentato una doppia nuova uscita che racconta di tre piccoli, enormi dettagli mai vissuti prima.
La linea Réflexions, creata nel 2010 da Francis Thibault, si arricchisce di due nuove referenze che rappresentano la prima creazione completa di Demarville, dalla vigna alla bottiglia: il Réflexions 0.21 e il Réflexions 0.21 Brut Rosé, che per la prima volta in assoluto fa il suo esordio in gamma. Due espressioni accomunate dalla coerenza con il credo Lallier, fatto delle quattro "emozioni" che si rincorrono nel lavoro tra terra e cantina: freschezza e purezza del terroir, intensità e profondità dal fare vino in senso stretto, così che, come racconta Demarville, «il tocco Lallier rimanga inconfondibile, ma ogni Réflexions mantenga una propria identità».
Nuovo concetto di vintage
Réflexions 0.21 tiene fede al "nuovo concetto di vintage" di Lallier, che punta a valorizzare il carattere del raccolto che domina il blend (Il nome indica che la maggioranza delle uve utilizzate deriva appunto dal 2021). «È il blend più importante cui ci dedichiamo ogni anno - prosegue lo Chef de Cave -, studiando la varietà che caratterizza l'annata. Il 2021 è stato un anno molto sfidante in Champagne, con pioggia continua e freddo soprattutto all'inizio della stagione: è stata una delle annate con meno raccolto degli ultimi dieci anni. Poi ad agosto e settembre una sorta di miracolo, un clima perfetto per la maturazione delle uve, bellissime anche se non troppe, ed è da queste che nasce Réflexions 0.21».
Qui la terza "prima volta": un tocco di Meunier (7%) che aggiunge complessità e intensità al blend, composto anche da 44% Chardonnay e 49% Pinot Nero, per un dosaggio zuccherino leggerissimo a 7 grammi per litro, a donare una minima, ma apprezzabile cremosità. Naso agrumato e di fiori bianchi, palato elegante con una freschezza lunghissima e di pregevole persistenza.
Un rosé dallo stile identitario
Réflexions 0.21 Brut Rosé è invece un blend di Réflexions e una minima percentuale (7%) di vini rossi da vigneti gran cru nell’area di Busy: ne deriva lo stile identitario per colore, freschezza e un riflesso di amarezza. «Volevamo - spiega Demarville - creare un rosè che avesse un alto livello di freschezza, intensità e un finale molto lungo». Si percepiscono frutta rossa, ciliegia, fragole, al palato è di corpo pieno con una leggera acidità bilanciata da una minima nota tannica: 43% di Pinot Noir (di cui il 7% vinificato in rosso), 41% di Chardonnay e 6% di Meunier. In attesa, già da oggi, della prossima annata (di successo).