Dal 1862 Birra Kühbacher è prodotta in Baviera, nel castello di Kühbach dalla famiglia Von Beck-Peccoz, il cui ramo italiano ha origini in Valle D’Aosta, a Gressoney-Saint Jean, e ne cura la distribuzione nella nostra Penisola.
La prima produzione di birra a Kühbach risale addirittura all'anno 1.011 dC per iniziativa delle monache del convento benedettino San Magnus di KüHbach, a nord-ovest di Monaco di Baviera. Distrutto una prima volta nel 1160, e in seguito durante la sanguinosa Guerra dei Trentanni (1618-1648) tra cattolici e protestanti che coinvolse tutta l'Europa Centrale, il monastero mantenne la produzione di birra fino al 1803, quando fu confiscato per effetto della secolarizzazione dei beni ecclesiastici durante il periodo napoleonico. Nel 1839 Massimiliano duca di Baviera costruì un nuovo birrificio all'interno del ricostruito castello che nel 1862 fu acquistato dall'imprenditore siderurgico Joseph Anton Beck-Peccoz che proseguì la produzione birraria.
Da oltre 150 il bene è in mano della famiglia Beck-Peccoz, appartenente alla comunità Walser di origine germanica che nel dodicesimo secolo si insediò nella regione alpina, tra Vallese svizzero e Valle d'Aosta. La famiglia Beck-Peccoz può vantare una doppia nobiltà, quella Freiherr conferita da Ludwig Re di Baviera nel 1840, seguita dopo un paio d'anni da quella di Baron de Peccoz da parte dei Savoia.
Un legame con la casata piemontese durato a lungo e molto forte (rinforzato anche a base di battute di caccia) tanto che la Regina Margherita (consorte di Re Umberto I°) volle costruire a fine Ottocento una dimora a Gressoney-Saint-Jean proprio per poter frequentare più spesso la famiglia dei baroni Beck-Peccoz ivi residente, e dove per anni era stata ospite nella loro villa di famiglia (ora di proprietà della Comunità montana e denominata “Villa Margherita” in suo onore).
Come stemma araldico è stato scelto lo stambecco, possente animale selvatico erbivoro dalle lunghe corna corrugate, diffuso da sempre in tutto l'arco alpino, abituato a pascolare fino a grandi altezze, anche oltre i duemila metri. Stemma araldico che è poi transitato nell'insegna della birreria di Kühbach. Preda ambita dai cacciatori alpini per le scenografiche corna da appendere alla parete, lo stambecco è stato salvato dall'estinzione per intervento del Re d'Italia Vittorio Emanuele II° che fece radunare gli ultimi esemplari per il successivo ripopolamento in una riserva in Valsavarenche (Valle d'Aosta).
I due rami della famiglia, quello bavarese di Kühbach e quello valdostano di Gressoney-Saint-Jean, sono rimasti da sempre molto legati tra loro, rinsaldati anche dalla festa popolare di Birra Kühbacher organizzata ogni anno a Gressoney-Saint-Jean nel giorno di San Giovanni (24 Giugno) patrono del paese. Nel 2014 i cugini Egon e Umberto Von Beck-Peccoz hanno deciso di aprire una filiale Kühbacher in Italia, con sede a Rho, nei pressi di Milano, per gestire direttamente le esportazioni della birra bavarese di famiglia, presente ormai in quasi tutta la Penisola.
La produzione birraria è da sempre fedele all'Editto di Purezza bavarese del 1516, il celebre Reinheitsgebot del Duca di Baviera Guglielmo IV, che prevede l'impiego unicamente di acqua, malto d'orzo, luppolo (e lieviti), nato in verità per impedire l'impiego di frumento, cereale nobile da pane il cui raccolto era stato in quell'anno particolarmente disastroso. Oggi, la gamma Kühbacher è particolarmente ricca, composta da 13 prodotti non pastorizzati come:
Lager Premium (4,8%)
Pils Premium (5%)
X-Weizen (5,3%)
Festbier (märzen 5,8%)
Peccator Doppelbock (7%)
Red Doppelbock (8,5%)
Hell (chiara 4,8%)
Export (chiara 5,5%)
Josefi Bier (ambrata 5,5%)
Schloss Weizen (5,5%)
Schloss Weizen Dunkel (scura 5,5%)
1862 Kellerbier (märzen non filtrata 5,8%)
Radler (7%).
I formati sono diversi e vanno dalle bottiglie da 33 e 50 cl (riciclabili) alle magnum con tappo meccanico, ai fusti da 5, 10, 20 e 30 litri.