Brindisi doppio in casa Martini. Il primo per celebrare i 150 anni del suo Asti, lo spumante Docg le cui prime bottiglie videro la luce nel 1871. Il secondo per festeggiare l’importante traguardo nel campo della sostenibilità che il prodotto si appresta a tagliare. Entro la fine di questo anno, tutti i fornitori delle uve Moscato Bianco per il Martini Asti otterranno la certificazione di Equalitas: lo standard di sostenibilità più completo nella produzione di vino italiano. Questa certificazione abbraccia infatti tutti e tre i pilastri della sostenibilità: l’aspetto ambientale, etico ed economico, prendendo in considerazione ogni passaggio, dall'impronta di carbonio di un'azienda vinicola e il suo consumo di acqua fino alle condizioni commerciali eque per gli agricoltori e le buone pratiche sociali, tra le quali formazione e modelli di welfare. Le certificazioni saranno rilasciate da Valoritalia, principale ente certificatore italiano dei vini a denominazione di origine.
Pionieri nella sostenibilità
Un grande risultato che premia decenni di impegno di Martini allo sviluppo di pratiche sostenibili pionieristiche per i vigneti coltivati dai suoi fornitori. Una rete di 200 piccoli coltivatori raccolgono le uve di Moscato Bianco a fine estate, uve che vengono subito pressate per catturare tutta la freschezza e gli aromi che contiene il loro succo, che regalano all’Asti Martini il suo sapore delicato e fruttato dove spiccano le note di pesca, salvia selvatica dolce, pera fresca e ananas.
Ad aver già ottenuto la certificazione Equalitas, a seguito dell’audit da parte di Valoritalia, è la cantina Martini di Santo Stefano Belbo, nel cuore delle colline astigiane e responsabile della produzione del 30% del mosto d'uva per la produzione dell’Asti Martini. Del restante 70%, più di due terzi dei fornitori di mosto sono stati già certificati Equalitas, mentre gli altri saranno certificati entro l’anno.
E davvero pionieristica è la visione con la quale Martini da sempre ha approcciato il tema della sostenibilità. Basti ricordare che l’azienda del Gruppo Bacardi già nel 1987 dette vita a L'Osservatorio Martini, un centro dedicato alle pratiche sostenibili. Situato nel cuore del Piemonte e guidato da un agronomo locale esperto nella coltivazione dei vigneti, L'Osservatorio ha introdotto diverse pratiche a basso impatto ambientale: dalla consulenza sui metodi naturali per gestire i parassiti fino alla viticoltura integrata, tutto con un occhio sempre attento all'equilibrio di ciò che viene coltivato negli specifici microclimi della zona dell’Asti.
Ingredienti 100% certificati entro il 2025
Il traguardo che Martini Asti si appresta a raggiungere fa il paio con quello annunciato per un altro brand di punta di Gruppo Bacardi, Bombay Sapphire: anche le 10 botaniche utilizzate per la produzione del gin premium otterranno la certificazione di sostenibilità per la fine di quest’anno (leggi La sostenibilità secondo Bombay Sapphire). Due ulteriori passi verso l’ambizioso obiettivo del Gruppo che punta ad approvvigionare il 100% degli ingredienti da fornitori certificati entro il 2025.