Un grande traguardo nel campo della sostenibilità è stato raggiunto da Martini. Tutte le cantine che forniscono il mosto per la produzione dell’Asti Spumante e i vini per la produzione dei vermouth e degli aperitivi alcolici e analcolici, hanno ottenuto la certificazione di Equalitas.
È questo lo standard di sostenibilità più completo nella produzione di vino italiano. La certificazione Equalitas abbraccia infatti tutti e tre i pilastri della sostenibilità: quello ambientale, etico ed economico, prendendo in considerazione ogni passaggio, dall'impronta di carbonio di un'azienda vinicola e il suo consumo di acqua fino alle condizioni commerciali eque per gli agricoltori e le buone pratiche sociali, tra le quali formazione e modelli di welfare.
Dunque il 100% di mosti e vini alla base di un gran numero di specialità firmate dal brand, come l’Asti Martini, Martini vermouth e aperitivi, tra i quali Fiero e i nuovi Martini Floreale e Vibrante Analcolici, provengono da cantine certificate secondo il più importante standard in Italia in ambito enologico.
Un risultato che viene da lontano
Un risultato importante che costituisce un’altra tappa di avvicinamento verso l’ambizioso obiettivo fissato da Gruppo Bacardi, del quale il marchio è parte: approvvigionarsi della totalità degli ingredienti chiave presso fornitori certificati in modo sostenibile entro il 2025. Un traguardo già raggiunto per le dieci botaniche di Bombay Sapphire e la canna da zucchero del rum Bacardí (leggi La sostenibilità secondo Bombay Sapphire)
Un risultato quello raggiunto da Martini frutto di anni di lavoro e che sottolinea l’attenzione e la cura che la casa di Pessione dedica all’ambiente, ai fornitori e alle loro comunità e della visione pionieristica con la quale ha da sempre approcciato il tema della sostenibilità. Un impegno che viene da molto lontano. Era il 1987 quando l’azienda ha istituito L'Osservatorio Martini, un centro dedicato alle pratiche sostenibili. Situato nel cuore del Piemonte e guidato da un agronomo locale esperto nella coltivazione dei vigneti, L'Osservatorio ha introdotto diverse pratiche a basso impatto ambientale: dalla consulenza sui metodi naturali per gestire i parassiti fino alla viticoltura integrata, tutto con un occhio sempre attento all'equilibrio di ciò che viene coltivato negli specifici microclimi della zona.