Fare il vino in città. L’idea di Michele Rimpici si è concretizzata lo scorso autunno, quando ha aperto Cantina Urbana a Milano, sui Navigli. Un luogo di produzione e mescita insieme: si vinificano le uve e il vino invecchia in tini in acciaio, barriques o anfore di terracotta. Poi, si imbottiglia e si vende per l’asporto o si degusta nel wine bar ricavato tra le botti.
«La vinificazione in città - afferma Rimpici - è una novità assoluta per il nostro Paese». Aggiungendo: «Si fa vino di qualità, con una lavorazione minuziosa, esattamente come nelle Langhe o in Franciacorta». L’ispirazione arriva da esempi simili visti negli Stati Uniti e nel Nord Europa.
Cantina Urbana è, innanzitutto, uno spazio di produzione: tutte le fasi della lavorazione sono a vista, l’ambiente non ha eccessivi abbellimenti. Le uve sono coltivate con sistemi di agricoltura sostenibile da piccole aziende, selezionate da Rimpici in diverse regioni, sulla base della comune filosofia produttiva e con le quali si è creato un rapporto di collaborazione che è sfociato nel network Wine Collaborative. Le uve vengono trasportate in camion frigoriferi fino a Milano, dove sono trasformate in modo tradizionale. Se ne ricavano vini da vendere freschi, sfusi o in bottiglia, oppure affinati. Vini per tutti i giorni, prodotti in piccole quantità, con bassi livelli di solfiti.
Tre le linee di Cantina Urbana. Tranatt comprende un rosso (Syrah dalla Toscana e Barbera dall’Oltrepò), un bianco (Garganega di Soave e Trebbiano d’Abruzzo), e un rosato (Primitivo e Negramaro); questi vini si possono vendere sfusi, imbottigliati ed etichettati al momento. Stanno ancora affinando in anfora il Naviglio Rosso (Croatina e Barbera dell’Oltrepò) e il Naviglio Bianco (Riesling 100%). Maninude, la terza linea, è dedicata a piccole produzioni italiane fatte in loco “per non perdere il valore della loro intrinseca territorialità”, come recita la scheda tecnica, imbottigliate ed etichettate da Cantina Urbana in edizione limitata. Per il futuro, Rimpici ha in programma una bollicina. L’obiettivo è di arrivare ad avere a regime 7-8 vini prodotti in cantina, che il pubblico può visitare, vedere come si fa il vino e, addirittura, creare il proprio blend.
Cantina Urbana distribuisce anche direttamente a bar e ristoranti e sono già una ventina i clienti del canale f&b a Milano, specie nella zona dei Navigli. Per la ristorazione, sottolinea Rimpici: «Possiamo valutare progetti specifici per creare vini su misura per quanto riguarda selezione delle uve e packaging».
Il locale è anche wine bar: questa parte dell’attività è cominciata lo scorso dicembre e sta rodando la formula. C’è un grande banco per la mescita e la degustazione, mentre tavoli e sedute sono distribuiti nella sala di affinamento. Oltre ai vini della casa, il wine bar ospita i vini prodotti in maniera artigianale dal network di piccoli produttori selezionati da Rimpici. Per il momento, le etichette in bottiglia sono una ventina, quattro vini sono disponibili sfusi. Per l’aperitivo e la cena il vino al calice costa da 4 a 7 €. In accompagnamento, c’è una piccola carta con alcune proposte del giorno come tartare, panini gourmet, una zuppa, e una serie di taglieri di salumi e formaggi. Anche per quanto riguarda il food, la selezione si orienta su produzioni artigianali di nicchia, come i formaggi dell’azienda Boscasso dell’Oltrepò, i salami del salumificio Thogan Porri di Varzi, il pane della Cascina Sant’Alberto di Rozzano. Per pranzo, c’è una formula a 12 € che comprende un piatto e un bicchiere di vino.
A pochi mesi dall’apertura, la vendita di vino rappresenta il 60% delle vendite, l’ospitalità (degustazioni, wine bar, eventi) il 40%. A breve verrà presentato un calendario di eventi che comprende incontri settimanali con i vignerons del network di Cantina Urbana, con degustazione di vini a 45 €. Il mercoledì, inoltre, c’è un dj set con degustazione di 3 vini a 10 € pensata, dice Rimpici, per dare al pubblico più giovane la possibilità di conoscere i nostri vini.