Hanno riaperto quasi tutti, ma il business fatica a riprendere. La ripartenza è più veloce per i locali in provincia, e va meglio a chi è in montagna rispetto a chi è al mare: è la fotografia del mercato fuori casa nei mesi di giugno e luglio secondo Progettica. Che evidenzia le grandi difficoltà per i locali delle principali città italiane, "prosciugate" di clienti per la contemporanea assenza dei lavoratori italiani (a casa in smart working anziché in ufficio) e dei turisti stranieri (non pervenuti, o pervenuti in minima parte).
“Altro…”
«I bar diurni hanno registrato la ripresa più veloce, tornando vicino alla normalità - afferma l'esperto di Progettica -. I bar serali faticano, ma mostrano una capacità di reazione inaspettata: sono stati veloci a riconfigurare offerta e spazi - anche grazie al largo ricorso ai dehors - e quindi a rimettere in moto il business, che pur resta lontano dai livelli pre Covid. Chi fatica di più è la ristorazione, anche perché è stata molto meno pronta a rimodulare l'offerta».
L'andamento delle vendite per il settore beverage evidenzia grandi differenze da prodotto a prodotto: «Le performance migliori arrivano dagli aperitivi monodose, che hanno addirittura aumentato le vendite rispetto all'anno scorso. Nel mondo delle birre si assiste a uno spostamento verso le bottiglie, a scapito delle spine, e una concentrazione verso i marchi più noti a scapito di specialty e artigianali. Negli spirit funzionano meglio i prodotti premium, segmento nel quale si registra un'ottima performance del gin».
In generale, i consumatori preferiscono prodotti semplici, formati sicuri (i monodose su tutti), marche conosciute.«Le previsioni che avevamo fatto all'inizio della ripartenza - afferma Damiano Possenti, responsabile della business unit Industria di Progettica, società specializzata nella consulenza per le aziende di distribuzione e di produzione dell'horeca - per fortuna ci hanno smentito, grazie a un giugno e luglio migliori delle attese». Migliori delle attese non significa, naturalmente, positivi: «Giugno ha chiuso a -25% rispetto allo scorso anno, luglio pensiamo possa attestarsi su un -14%».
Risultato: la stima di chiusura per fine anno è di un pesantissimo -27% (ma nello scenario peggiore arriva al -32%), che è comunque otto punti meglio rispetto alla stima fatta appena due mesi fa.
Come fare a uscire dal guado? «La reattività e il pragmatismo, in questo momento, sono elementi indispensabili» conclude Possenti. A.M.
Il tasso di riaperture
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