Per andare incontro alla richiesta di spazi esterni dei pubblici esercizi, a Udine l'associazione commercianti cittadina, in collaborazione con lo Studio Dair, ha messo a punto due speciali progetti di rivisitazione della centrale piazza San Giacomo, armonizzando le strutture da installare. In tutta Italia le associazioni dei pubblici esercizi che fanno capo a Confcommercio (Fipe) e a Confesercenti, ma anche associazioni spontanee o comitati di gestori, stanno concordando e definendo con i relativi Comuni una serie di proposte volte a utilizzare spazi pubblici (con plateatico a canone zero) per ampliare la possibilità dei locali di ospitare dehors, tavolini, ombrelloni per aumentare la capacità di ospitare clienti seduti.
“Altro…”
Tra le iniziative in campo, vogliamo segnalare quella della Confcommercio di Udine che, in collaborazione con lo Studio Studio Dair degli architetti Chiara Bettuzzi e Fabio Passon (tra l'altro consigliere Confcommercio Udine), ha proposto gratuitamente al Comune due appositi progetti all'insegna della green city, strutturati sull'utilizzazione di una piazza centralissima della città friulana. Piazza Matteotti, più conosciuta come San Giacomo dal nome della prospicente chiesa del 1378, presenta un lastricato in pietra di ben 2mila mq, contornata da storiche costruzioni con tanto di porticati. Non a caso vi sono ospitati una quindicina di ristoranti, osterie, wine bar e cocktail bar come Versus, Rebarbaro, Da San Giacomo, Grosmi Caffè, Alò Portello, Caffè Bistrot, Elite, Mezza Libbra, Segreto Italiano, Contro, Caffè Hausbrandt. Tra l'altro lo Studio Dair conosce da tempo le esigenze e le dinamiche dei pubblici esercizi, avendo disegnato format di successo come Square - Cosmopolitan Bar, catena di caffetterie moderne in franchising. La presentazione dei progetti è avvenuta a Palazzo D'Aronco (Municipio) alla presenza del presidente mandamentale di Confcommercio Udine, Giuseppe Pavan, degli assessori alle Attività Produttive Maurizio Franz, alla Sicurezza Alessandro Ciani e alla Cultura Fabrizio Cigolot e del responsabile della Polizia Locale Mario Cisilino.
Città che vai ordinanza che trovi
In molte città italiane il problema più urgente è quello di ricavare spazio in strade e vie strette, specie nei centri storici, riducendo la possibilità di assembramenti (spesso inevitabili) nelle zone di movida. A Napoli, per esempio, l'amministrazione del sindaco Luigi De Magistris ha introdotto nella sua ordinanza due limitazioni ulteriori per l'utilizzo dello spazio pubblico come la capacità operativa del locale (come il numero di bagni a disposizione, 1 per 30 posti, 6 per 150 posti) e la compatibilità con il vicinato, a fronte di una estensione della concessione del permesso gratuito di utilizzo temporaneo emergenza Covid fino al 31 ottobre. L'ordinanza prevede inoltre che tavolini e ombrelloni possono essere installati (come anche a Milano) in aree pedonali o Ztl (Zona Traffico Limitato). In più si potranno utilizzare anche i posti auto su strade dove vige il limite di 30 km/h e, per i locali senza spazi liberi prospicenti, sui marciapiedi opposti o in altra area entro 15 metri dal locale. Complete di planimetria di occupazione e relazione tecnica, le domande possono essere presentate da tutti gli operatori, senza differenza con coloro che siano già titolari di concessioni di suolo pubblico (per ampliamento), con effetto immediato dal 1 giugno.
Un altro aspetto da chiarire è la responsabilità (oggettiva) che viene imputata al gestore del locale in caso di assembramento (manca ancora una definizione generale) davanti al proprio locale. A Padova per esempio la Polizia Locale ha rifilato una sanzione di 400 euro a cui è seguito un provvedimento di chiusura per 5 giorni (poteva arrivare fino a 30 giorni) al Bar 100% in piazza dei Signori. A Varese un comitato di esercenti del centro storico ha chiesto al Comune di poter organizzare un servizio di sicurezza privata in collegamento diretto con le forze dell'ordine (con elenco di nomi comunicato a Questura e Prefettura) al fine di scoraggiare e segnalare gli assembramenti, senza far ricadere la responsabilità sui singoli gestori. R.G.