Il delivery è stato un canale di vendita interessante per gli esercenti nel periodo del lockdown. Tanto che ora se ne sono interessati anche i food designer. È nato infatti Ultimo Tocco, un delivery di design, dove i piatti consegnati a domicilio sono caratterizzati da tecniche di preparazione moderne e speciali metodologie che prevedono due tempi differenti per la preparazione e la successiva finitura del cibo. Il progetto - di Affettami Srl, startup innovativa che si occupa di R&D e Food Innovation - parte da un’idea di due pluripremiati Food Designer, Paolo Barichella e Mauro Olivieri. Che hanno messo in essere un vero e proprio laboratorio produttivo dove i cibi vengono preparati, confezionati in buste o sac à poche, per essere consumati a distanza di luogo e di tempo, con ricette (attualmente una trentina, principalmente di primi piatti) pensate per essere completate dal consumatore stesso con il suo "ultimo tocco". Il tutto può essere ordinato on line (il servizio per ora è attivo su Milano) e consegnato tramite Glovo.
“Altro…”
In menu una trentina di proposte
In carta ci sono piatti innovativi o tradizionali, dai Sorrisi (pasta ripiena) fichi e formaggio di capra ai Paccheri pomodoro e basilico, alle immancabili Lasagne emiliane, alla Piadesign al pesto genovese, fino ai risotti (alla Milanese, alla Trevigiana, ai funghi porcini…). E a proposito dei risotti, Paolo Barichella sottolinea: «Sappiamo tutti che il risotto è un piatto “difficile” per la tenuta in cottura. Noi non usiamo riso parboiled, ma riso Carnaroli, che grazie alle tecniche di preparazione e alla qualità del riso selezionato riesce a mantenere il “dente”. Si tratta di riso italiano che proviene dal Distretto Rurale Riso e Rane del Parco del Ticino, cucinato, idratato a bassa temperatura e abbattuto chicco per chicco. A casa non c’è che da rigenerarlo per un paio di minuti al microonde o in padella e mantecare».
Appetizer e aperitivi destrutturati
Oltre ai primi piatti, nella carta di Ultimo Tocco ci sono anche i Toc, piccoli cestini di pasta frolla neutra (né salata né dolce) da riempiere con creme - ad esempio pomodoro e basilico, alla carbonara, al sugo di arrosto - pensati come antipasto o come accompagnamento all’aperitivo. E per l’aperitivo è stato ideato l’Aperol Spritz “destrutturato”: Prosecco Mionetto Sergio, in esclusivo formato da 37,5 cl, da gustare abbinato a cucchiai da finger food riempiti di Jelly Aperol e decorati con scorza di arancia naturale. Non mancano poi i DesignDessert da rifinire al momento, come le praline di cioccolato da riempire con gel all’Aperol, al mojito, alla grappa invecchiata in botti di rovere e una piccola selezione di vini bianchi e rossi in pratico formato oneglass (“bottiglia” a strappo in cartone, dose bicchiere da 100 ml) da abbinare alle pietanze. A proposito di questo nuovo progetto, i due designer affermano «… Se il design è l'arte di usare la scienza con ingegno e creatività, noi Food Designer ci sforziamo per fare in modo che questi principi possano essere applicati anche nel settore alimentare. Progettare nel Food Design significa proporre soluzioni alimentari efficaci in un contesto dove il prodotto sia funzionale all'esigenza dell'utente in diversi momenti e situazioni di consumo. La tecnologia alimentare deve essere la materia di base per il Food Designer che osserva, valuta i nuovi contesti, le nuove esigenze generate dal lungo periodo e gli effetti causati sulla società e le sue abitudini e prevede scenari diversi, nuove variabili ambientali, nuovi bisogni, vincoli e stili di vita con lo scopo progettare e implementare nuovi modelli». M.B.