Dopo aver scombussolato la scena genovese, riportando la barra sulla rotta della buona miscelazione, i fratelli Abarbanel sono sbarcati a Milano per aprire il loro secondo locale a nome Les Rouges. Inaugurato la sera di capodanno (una data impegnativa e benaugurante, se si pensa al Milk & Honey la cui avventura nel Lower East Side di Manhattan cominciò proprio il 31 dicembre 1999), lo si trova all'angolo tra via Tiraboschi e via Pier Lombardo, in zona Porta Romana. Les Rouges Milano è un locale che si ispira alla Liguria degli anni '70, ne cita le atmosfere, senza cadere nel retrò.
“Altro…”
«Abbiamo chiesto allo studio che ha curato il design (lo stesso che ha firmato il 1930, ndr) di farne una cover moderna, di interpretare certe atmosfere con piglio contemporaneo, per creare un piccolo angolo felice che nella sua natura vuol essere un bar di quartiere», spiega a WeBar Jonatan Abarbanel, alla guida del locale con il fratello Joel (in cucina e mente della carta dei vini) e Francesca Corsanello (ma c'è anche il supporto di Niccolò Caramiello, ex Rita e Lacerba).
Il risultato è un'atmosfera friendly, impregnata di quel understatement che è cifra stilistica sotto la Lanterna. La proposta - per ora solo la sera, ma con la primavera sarà ampliata anche al pranzo - prevede una cucina da bistrot accompagnata da cocktail e un'importante carta dei vini (200 le referenze, per una carta personalissima che guarda al naturale). In tavola, dunque, classiconi liguri come acciughe fritte, brandacujun, coniglio alla ligure, e interpretazioni più libere. Mentre la filosofia dei cocktail è quella messa a punto a Genova. Dunque cocktail classici, contaminati con mano personale da ingredienti liguri. Ecco allora il Vespa Martini, rivisitazione del Vesper con Gin Taggiasco, vodka di patate, Nostralino Chinato di Bruzzone (produttore genovese) e guarnito con tre olive taggiasche. Oppure il Sottoripa Margarita (Tequila Espólon, agave, miele ligure, ananas) o ancora il Davagna Daiquiri (rum Havana Club 3, limone, miele allo zafferano di Davagna). Una curiosità, infine, per il consumo del vino che, oltre a bicchiere e bottiglia, può essere pagato all'etto. La bottiglia infatti viene pesata prima di essere lasciata sul tavolo, e si paga il consumo a peso: versione 2.0 delle vecchie osterie genovesi, dove il bottiglione veniva lasciato al tavolo e conteggiato grossolanamente secondo il consumo. A.R.