The Fisher, a Milano, è una casa del pesce. Non per modo di dire, visto che il ristorante occupa un intero palazzo. Oltre 200 coperti distribuiti su cinque piani. «Ho immaginato cosa avrei voluto mangiare, vedere,
ascoltare durante una cena - afferma il patron Max D'Andrea -. E ho cercato di fondere in un unico luogo tutto quello che ho visto, vissuto e gustato nelle mie esperienze internazionali». Per tradurre l'aspirazione in realtà ha chiamato il designer Andrea Langhi, già autore del progetto Carnicero, un altro dei locali di D'Andrea.
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Il risultato è un locale ad alto tasso di "instagrammabilità", un po' casa, un po' club, che non dà affatto l'idea delle sue dimensioni imponenti (220 coperti), dove trascorrere la serata al di là della cena e poter scegliere l'ambiente (etnico, postindustriale, di design ecc.) in cui consumare la propria cena. A base, naturalmente, di pesce.
«Il menu è lo stesso in tutti gli ambienti, per il 95% a base di pesce - spiega D'Andrea -. La cucina è al piano terra e si compone di un grande bancone, dietro al quale lavorano il crudo quattro persone, e della cucina vera e propria, tutta a vista. Proponiamo cucina italiana, peruviana e giapponese. E i nostri pleateau imperiali da 2 e 4 persone, molto scenografici. Il prezzo medio? 100-120 euro a persona».
I cinque piani del Fisher
«Il problema dei locali su più piani è che di solito si riempie prima la sala principale e poi le altre - spiega Andrea Langhi -. Così, chi si trova a essere dirottato "di sopra" o "di sotto" finisce per sentirsi declassato. Qui abbiamo voluto caratterizzare e valorizzare ogni spazio, in modo che non ci siano zone di serie B». Così il piano terra, in gran parte occupato dalle cucine e dal bancone, ha un interno elegante, dove l'attenzione è attratta da un tavolo da roulette e da una parete con decorazioni ispirate ai murales di Miami, e una veranda che vira un po' sull'etnico. Al meno uno è apparecchiato, sotto due scenografici lampadari e attorniato da una ricca "biblioteca" di bottiglie, un Master table da 12 persone, pensato come un privé. Ambiente di design e grandi murales per il primo piano, dove una sala periferica è stata trasformata in un piccolo privé con una sua identità distinta. Il secondo piano è uno spazio lounge, riservato ai clienti del ristorante, dove poter degustare distillati e cocktail. Chiude le danze la terrazza, che nella stagione invernale sarà attrezzata con sdraio, coperte e bracieri per permettere a chi vuol fumare di farlo in un contesto piacevole. Su ogni piano è previsto un piccolo bar, pensato per prolungare la permanenza del cliente e per permettergli di fare un'esperienza completa. A.M.